Descrizione
Stemma di Marcallo con Casone
La struttura dello stemma del Comune di Marcallo con Casone risulta ispirata a due differenti esigenze: una prevalentemente economica e una più semplicemente descrittiva. Esso si può dividere in tre parti. La parte superiore, in campo rosso, è caratterizzata dalla presenza di un setaccio – tipico strumento agricolo selezionatore della farina -, che rappresenta l’attività principale del nostro paese: la coltivazione del grano.
Nella parte centrale è stato disegnato un corso d’acqua in azzurro, che rappresenta la presenza in paese di una grande quantità di questo elemento, dovuta alla presenza del canale Secondario del Villoresi. La fascia del corso d’acqua è delimitato da linee di contorno serpeggianti, a forma di onde marine basse.
Nella parte inferiore, in campo oro, sono stati raffigurati tre grappoli d’uva nera, per ricordare la presenza di vaste coltivazioni di vite. A tale proposito la presenza di vigneti risulta accertata sulla base di un antico documento, conservato nell’archivio parrocchiale, datato 1644. La nota racconta che nel mese di maggio dell’anno 1644 un’eccezionale brinata aveva arrecato notevoli danni a questo tipo di produzione.
Questo stemma è stato concesso in uso al comune con Decreto del Presidente della Repubblica del 28 gennaio 1977. In precedenza il nostro Comune aveva un altro stemma, che non è molto diverso dall’attuale nella sostanza. I tre elementi descrittivi: il setaccio, il corso d’acqua e la vite, sono gli stessi. La differenza è solo di natura grafica ed è più accentuata nella raffigurazione del corso d’acqua. Infatti, nella versione attuale, essa è di colore azzurro, mentre in quella precedente era di colore argento. I grappoli d’uva nella versione attuale sono raffigurati in campo oro, mentre in precedenza erano in campo La coltivazione della vite
A Marcallo, sin dall’antichità (come testimonia lo stemma comunale), si coltivava la vite. In particolare veniva prodotto e apprezzato un tipo di vino bianco (secco e frizzante), decantato dai nostri vecchi’. Questo vino era molto rinomato ed era conosciuto in tutto il Nord Italia e veniva chiamato in dialetto Brüschètt*.
I filari della vite erano posti ai lati dei campi, mentre la coltivazione principale era costituita da quella del grano (come testimonia lo stemma comunale),
Per produrre questo tipo di vino l’uva, dopo essere stata raccolta, veniva fatta seccare per alcuni giorni. Dopo di che veniva messa in alcuni tini dove veniva pigiata con i piedi. Il mosto prima veniva fatto bollire per 4-5 giorni e poi torchiato con dei torchi a mano. Poi fermentava in modo naturale, dopo aver riposato nelle botti, il vino così ottenuto veniva imbottigliato e venduto.
La coltivazione della vite era possibile perché il terreno di Marcallo era ghiaioso e ferroso. Oltre al Bruschetu si producevano altri due tipi di vino: il Santana e il Clintù. I principali produttori di vino di Marcallo erano i fratelli Loaldi ed era anche molto importante la produzione dei fratelli Chiodini, che hanno coltivato la vite per quattro generazioni, producendo un Lambrusco di 12°.
Purtroppo un fungo patogeno ha distrutto, già a partire dalla fine del 1800, tutti i vigneti sparsi sul territorio. Un altro elemento che portò al declino della coltivazione dell’uva fu la costruzione del secondario del Canale Villoresi, che rese i terreni più umidi e quindi inadatti alla coltivazione della vite. Con la fine della viticoltura si chiuse una pagina importante della nostra storia.
* La dizione brüschétt o brüschètt
La presenza di un sostrato ligure (la u normale - senza dieresi- ) fa parte dei dialetti attorno a Legnano e Busto Arsizio partendo da Inveruno e Furato. Non si tratta di contatti fra questi paesi e quelli affacciati sul mar Ligure. I fatti risalgono alla preistoria, quando le terre dal Rodano alla val Camonica erano abitate da tribù liguri. Il loro linguaggio nella seconda metà del primo millennio a. C. fu trasformato prima dalla dominazione gallica, che non penetrò dappertutto in egual misura, poi da quella più profonda e decisiva dei Romani. Chi abitava sui monti della Liguria non avendo subito una celtizzazione profonda si sottrasse, almeno in parte, a quella tendenza e così avvenne per una tribù incuneata lungo l'Olona tra la brughiera a Ovest e i boschi a Est verso Tradate-Saronno. Anche Clintù con l'accento sulla u mi lascia perplesso - salvo errori e varianti da noi era ed è Clìntu o Clinto al Rigió dal Cason.
Tipo documento | Documento funzionamento interno , |
Numero e data | n. del |
Data di pubblicazione | 13 Dicembre 2021 |
Oggetto | Statuto del Comune di Marcallo con Casone |
Formati | |
Licenze | licenza sconosciuta |